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Rispetto del motociclista - liti di strada


freddy

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Posso fare una riflessione diversa partendo da un approccio diverso?

Io son stato in cura sia da una psicologa che da una psichiatra (già che pago ho sempre preferito donne)

Premessa. Non sono un pazzo, non corro nudo per strada, non molesto bambine, non sbavo, non aggredisco passanti ne torturo animali o persone, semplicemente soffrivo di saltuari attacchi di panico, e mi son reso conto che in certe casi la mia reazione non era commisurata alla situazione. Non mi ci ha mandato nessuno, solo la mia coscienza e la voglia di vivere meglio la mia vita.

Adesso vivo meglio e ho un controllo su di me molto migliore.

Una volta la psico mi ha detto che la situazione personale di ciascuno di noi è il metro che usiamo per giudicare la normalità.

L'esempio fu che una ragazza in una famiglia violenta avrebbe preso botte da un marito violento per anni senza denunciarlo o scappare perché, seppure vivendo in disagio, per lei era la normalità.

L'unico modo di prevenire questo e altri mille casi sarebbe una seduta mensile obbligatoria per tutti, in modo che tutti avessimo il modo di fare una riflessione su cosa è normale e cosa no, e per individuare quelli pericolosi e instradarli verso percorsi che aiuterebbero loro e chi li circonda.

Ti aiuterebbe tanto col folle con il pick up nero quanto coi tentativi di radicalizzazione che contro i bulli nelle scuole, ma in Italia si preferisce rimediare dopo che prevenire.

Visto che non si farà mai, basso profilo.

 

Ps io viaggio sempre zavorrato, e capita il momento di escandescenze quando rischi la vita per uno al cell in una rotonda. Se io fossi il ragazzo che guidava, vorrei non sveglisrmi mai più per non sapere che per una mia reazione ho in qualche modo contributo alla morte della zavorrina.

Credo che accompagnato mai più aprirò bocca. Una umiliazione vera o presunta passa, un fatto come quello lascia segni perenni

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Centrato il punto, secondo me.

 

La nostra civiltà progredisce sfidando i limiti, i tabu.

 

Ai miei tempi...a mio nonno davo del Lei. Mia mamma gli dava del Voi. C'era rispetto (timore)!

 

Lentamente, per dimostrare che siamo emancipati, abbassiamo il livello...gente a torso nudo in piazza del Duomo a Milano...30anni fa ti mettevi la maglietta uscendo dalla spiaggia.

 

Potrebbero violentare una ragazza sul metro in ora di punta e nessuno avrebbe tempo di intervenire.

 

Qualche anno fa uno zingarello infastidiva pesantemente una signora, in metropolitana...l'ho neutralizzato ed invitato a scendere alla prima fermata, la signora non solo non mi ha ringraziato ma mi guardava chiedendosi perché fossi intervenuto.

 

Bisogna stupire, colpire l'attenzione, primeggiare.

I titoli dei giornali dimostrano tutto questo.

 

Dobbiamo tornare indietro per andare avanti...ma non è possibile.

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aggiungo un altro mio pensiero ad alta voce:

ma Voi avete notato che sono sempre più rari i fatti che accadono isolatamente e fortuitamente (mi si passi l'improprietà)

mentre è sempre più frequente che certi fatti costituiscano una vera e propria escalationi di più fatti impuniti commessi dallo stesso attore?

 

Voi credete nella funzione rieducativa del carcere?

credete che chi ha commesso un fatto abbia intorno le condizioni per pentirsi effettivamente?

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mi fai venire in mente una notizia sentita qualche anno fa,

a New York venne cambiato il capo della polizia che si occupa della rete metropolitana , dopo pochi mesi gli omicidi nella stessa calano drasticamente.

Cosa mai avrà fatto di cosi eclatante il nuovo capo della polizia ? semplice, ha cominciato a pretendere che si controllasse che venisse pagato il biglietto.......

perchè ? faccio l'esempio contrario, Tizio sa che in metro nessuno controlla che si paghi il biglietto , quindi non lo paga, sa anche che visto che nessuno controlla può butare le cartacce per terra , e siccome Tizio non viene in nessun modo punito il giorno dopo scrive con le bombolette sul muro, e poi sfascierà una panchina ecc.ecc.

presto la metro diventerà terra di nessuno .

 

sulla funzione rieducativa del carcere non saprei, però racconto un fatto,

anni fa assistetti ad una feroce lite tra due personaggi poco raccomandabili della zona , ad un certo punto unp dei due ( pregiudicato ) dic all' altro << ringrazia che sono già stato in carcere e non ci voglio tornare per nessun motivo al mondo, altrimenti tu eri già in rianimazione>>......

 

la morale è che un pò di sana paura dello stato serve eccome......

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Ecco, l'ultima frase di Billy dovrebbe fare riflettere.

Perché la paura dello stato, ce l'ha solo l'onesto, il delinquente no.

Io anni fa avevo un bar, 2/3 slavi avevano iniziato a frequentarlo, importunando me, mia moglie ed i clienti.

Quando chiamavo la polizia, arrivavano, se li portavano in commissariato, dopo aver preso le generalità, me li riportavano indietro.

Questi ceffi, forti del fatto che lo stato non interveniva, facevano sempre di peggio.

Poi la cosa l'ho sistemata in altro modo. [emoji48][emoji48]

Questo per dire, che se chi sgarra non ha la certezza che verrà punito per questo, chi lo ferma più?

Il problema per certi versi, parte anche da più lontano, ne ha accennato Omar.

Mia moglie è un insegnante.

Voi vi ricordate come ci si comportava a scuola?

Oggi è una giungla, i ragazzini, delle superiori se ne fregano di tutti, a scuola fanno il comodo loro, se l'insegnante prende provvedimenti, intervengono i genitori a difendere il pargolo che in presenza loro fa l'angioletto.

Che adulti diventeranno questi ragazzini?

Il lavoro da fare, dovrà iniziare in casa.

 

 

 

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Modificato da Pietro2
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Pietro tranquillo!!! Gli slavi sono diventati bravissimi perché hanno parlato con la Boldrini che li ha convinti...se vuoi puoi riaprire il bar, non succede più niente in questo Paese di buonisti!!! Avevano provato a fare lo stesso in un cantone svizzero e gli hanno tatuato i manganelli stile bikers, però i tatuaggi non li hanno pagati!!!

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C'è poco da fare, il motociclista in strada è molto esposto ai rischi, tante persone al volante sono frustrati e ci vedono di cattivo occhio, basta un nonnulla per scatenare la bestia. A dire il vero, anche i motociclisti hanno le loro colpe, ma da qui ad eliminarli ne passa.

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Argomento interessante e stimolante. Sono stati scritti volumi di sociologia e spese vite professionali su questi argomenti e scrivere poche righe è difficile.

 

Ritengo che l'educazione stradale sia solo una - benché molto rappresentativa - sfaccettatura della più ampia educazione civica o morale comune.

In Italia più che in altri paesi occidentali (paragonabili al nostro come storia e tradizioni) la libertà ed il rispetto degli altri hanno subito una drastica trasformazione, quasi sempre in peggio. Ogni generazione vive la sua epoca, ma è giusto confrontare ciò che eravamo per capire ciò che siamo e ciò che diventeremo. Alcuni atteggiamenti un tempo considerati "normali" o "giusti" oggi non lo sono più e viceversa: agli esempi citati da Omar, Billy e topo se ne possono aggiungere molti altri, anche più importanti.

 

Ciascuno di noi è il risultato delle esperienze vissute: la famiglia, la scuola, il lavoro, il quartiere, la "società"; se uno o più di uno di questi fattori è carente, cioè non è in grado di fornire valori adeguati, talvolta si ottengono fenomeni estremi come quello accaduto. 

 

Per ottenere una efficace azione educativa occorrono tanti fattori, ma essenzialmente occorrono dei bravi educatori-maestri-esempi e dei volenterosi apprendisti.

 

Nella Famiglia occorrono genitori validi, presenti, ed equilibrati.

Nella Scuola occorrono professori che siano educatori supportati da strutture adeguate.

Nel Lavoro occorre meritocrazia e competenza.

Nella Società occorre rispetto della libertà altrui, convivenza pacifica ed una classe dirigente onesta e votata alla gestione della casa comune.

 

Mentre scrivevo pensavo alla realtà italiana di oggi e mi cascano le braccia, per non dire altro.

 

Credo occorrano decenni e forse una generazione non è sufficiente per modificare alcuni valori che oggi si sono imposti, sostituendone altri che io reputo migliori; in questi decenni occorrebbe una guida ed un esempio stabile e forte. In Italia non vedo questo scenario di cambiamento, anzi noto una deriva verso il peggio.

Quindi, che facciamo? Ognuno, nel suo piccolo/grande mondo, si sforzi di vivere come un esempio almeno per i propri figli e/o per le persone a lui vicino e care. Io ci provo, osservando a distanza ciò che avviene intorno a me e non facendomi condizionare anche se alle volte lo sconforto è grande.

 

La funzione rieducativa del carcere è una pura illusione in un sistema giudiziario lacunoso quale il nostro: dovrebbe bastare l'effetto deterrente del carcere per far desistere chiunque dal commettere reati. E' giusto dare a tutti una seconda possibilità, a patto che ci sia certezza del diritto.

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