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gerribs

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  1. gerribs

    cavalletto centrale...

    Bravo, saggia decisione. :smt001
  2. gerribs

    vendo vari accessori.......

    Chi fosse interessato agli articoli in vendita contatti pierogt via MP. Chiudo il topic e cancello i messaggi OT.
  3. Il mantovano Ross mi ha fatto sapere la sua idea e mi ha detto di sistemare il tappo a sx con un fisher!!!! Uno di quelli da muro, per capirci, in metallo. Lui suggerisce Hilti da 8 mm, che io non ho trovato. Ma dal mio ferramenta di fiducia ho trovato due possibili soluzioni: Usando la vite da 6 mm in dotazione si riesce a usare i tasselli in questo modo (quello lungo è stato tagliato col seghetto: Alla fine il tassello in ottone scivola, mentre quello in metallo per essere fissato necessita di una pinza col blocco: Forse il tassello che ho usato non è quello giusto, speriamo che non si sviti, magari l'Hilti va meglio. Di sicuro adesso il tampone va in battuta perfetta. Vedremo se dura.... Adesso aspettiamo le idee del Rupe.
  4. I Soci C.U. che hanno scaricato il manualetto di guida (recuperato grazie a Omar) avranno certamente letto la parte dove c'è scritto che la moto va dove guardi. In effetti basta provare per credere, sembra una stupidata ma funziona davvero. Bravo Beppe.
  5. gerribs

    cavalletto centrale...

    Comprati un cavalletto fisso tipo paddock e poi lo usi tutte le volte che lasci la moto in garage, spendi anche meno. Il resto lascialo perdere. P.s.: vedo che il neo moderatore modera =D>
  6. Fermati.... Qui c'è lo spazio per la presentazione e i saluti di rito. Per le richieste di informazione ci sono altre sezioni.
  7. Ho sentito Massimo di Xenonlamp e mi ha detto che: 1 - non conosce il grado IP del ballast, ma sotto il coperchietto c'è una guarnizione in gomma che protegge dall'acqua. 2 - auto e moto giapponesi hanno la polarità invertita nel connettore del faro, quindi se non si vuole fare come ho fatto io (leggi testo quotato) basta invertire i connettori dentro la spinetta del faro, usando un piccolo cacciavite per estrarre i connettori e poi reinserendoli invertiti. Se si dovesse rimettere la lampadina alogena di serie questa inversione è indifferente mentre è indispensabile per il ballast. Così si rispetta il dentino di fermo della femmina del ballast.
  8. Benvenuto. Vedrai che il problema dello spegnimento è dovuto al sensore TPS, che ti sistemeranno in garanzia in occasione del tagliando. Se usi la funzione "Cerca" troverai tutte le informazioni. P.s: perché scrivi tutto maiuscolo? Nella netiquette è come se tu stessi urlando, non siamo sordi... ;-)
  9. gerribs

    eccomi... (Zorro76)

    Benvenuto nel Club. Omar ha fatto bene a richiamarti, anche perché hai mandato un messaggio privato (MP) a tutti i soci del Club Ufficiale, invece che fare una richiesta pubblica nel forum. Adesso impara come funziona il forum, poi vedrai che ti troverai bene.
  10. Grazie Beppe per la foto. La Yamaha dovrebbe pagarmi per non farmi guidare la nostra moto, la faccio sembrare una 125... Vuoi mettere il figurone che la nostra MT fa con su Daniele !
  11. Sembra eccellente, anche se io ho una fissa per il 20W... Quanto costa al litro?
  12. Con quello che costa dubito che valga molto di più del suo prezzo.
  13. Se dei richiami non sai nulla mi sa che è proprio quello il problema. Nella campagna di richiamo al 99% ci sei dentro anche tu, i sintomi sono quelli. Se usi la funzione "cerca" con TPS troverai tutte le informazioni. Numero di telaio alla mano chiama il numero verde e te lo dicono. Fai prima che andare dal concessionario. http://www.yamaha-motor.it/Azienda/contatti/
  14. Giusto per sapere che lampade avete montato e farsi un'idea dei colori che circolano sulle nostre MT. Se volete potete lasciare anche un commento sulla scelta fatta. Comincio io: volevo la luce bianca, possibilmente senza riflessi bluastri. Massimo di Xenonlamp mi ha detto che la 4.300° va bene per i fari con la lente, quindi ho scelto la 5.000°. Sono completamente soddisfatto, anche se secondo quanto riportato nel sito del distributore, il colore reale comparirà tra qualche ora di funzionamento.
  15. Oppure vai su ebay: http://cgi.ebay.it/Manuale-Officina-Yam ... .m63.l1177 Nota: i manuali d'officina sono (sarebbero) coperti da copyright e non possono (potrebbero) essere commercializzati o scambiati. In altri forum simili al nostro i moderatori cancellano tutti i messaggi che parlano di documenti coperti da copyright.
  16. Questo è un metodo perfetto per le cromature, sull'alluminio verniciato eviterei.
  17. Ebbene si, come anticipato mi sono finalmente convertito allo xeno. Tuttavia, memore dei problemi passati da chi già aveva montato il kit, ho voluto studiare una soluzione alternativa per posizionare la centralina (ballast). Dopo essermi consultato con Giacomo (Ibiza) e avere sottoposto a interrogatorio il sig. Massimo della Xenonlamp, finalmente ho fatto l'ordine: centralina digital-slim (scelta sia per le dimensioni che per l'uscita dei cablaggi), lampadina 5.000° (quella bianca, che preferisco alle 6.000° che risultano azzurrate), una coppia di lampadine H7 4.700° per l'abbagliante (le vendono in coppia, ma costano una stupidata). Ecco che cosa è arrivato: Quindi oggi pomeriggio, approfittando della insperata giornata di caldo sole ](*,) , mi sono chiuso in garage e ho ponderato sul possibile montaggio del kit :-k . Nonostante le rassicurazioni di FabioTV non volevo usare le prolunghe per i cavi in alta tensione (cosa sconsigliata anche dal sig. Massimo). Inoltre non avevo voglia di smontare mezza moto per rimuovere l'airbox e poi risistemarlo, oltretutto in piena stagione motoclistica. Ho pensato quindi di piazzare il ballast il più vicino possibile al faro e ho visto che sotto lo strumento, davanti al canotto di sterzo, c'è un po' di spazio che avrei potuto sfruttare appendendo il ballast alle viti che sorreggono il telaietto dello strumento. Ecco come ci si arriva: Partendo da un profilo angolare in alluminio ho quindi improvvisato una staffetta per vedere se ci stava effettivamente o se interferiva con qualche cosa ruotando lo sterzo (mi scuso per la foto sfocata :oops: ): Verificato che tutto fosse ok ho terminato la staffetta. Eccola una volta sagomata e pulita, con il ballast avvitato, il tutto pronto per il montaggio: Ecco il ballast una volta montato (la scatolina nera non è nella sua posizione definitiva, perché messa così sporgeva troppo e impediva di appoggiare il faro; poi è stata fissata con due fascette al gruppo di cavi elettrici che scendono dal blocchetto del manubrio): Fatto questo ho cambiato la lampadina dell'abbagliante, perché ci sia meno differenza quando si lampeggia e le lampade sono accese entrambe. Nella foto si vedono la lampadina di serie (dx) e la lampadina nuova (sx): Infine ho sostituito a lampada dell'anabbagliante con quella allo xeno. Nella foto le due lampade a confronto: Quindi sono passato ai cablaggi elettrici, che sono molto semplici perché il kit è dotato di spine polarizzate, cioè che si innestano in una sola direzione, quindi è impossibile sbagliare. O meglio, dovrebbe essere impossibile sbagliare, salvo quando ci sono le polarità invertite. Infatti un inconveniente che mi ha fatto incazzinnervosire :evil: :evil: :evil: è stato che a lavoro finito il faro non si accendeva. Dopo avere perso un sacco di tempo a verificare i cavi e a controllare il fusibile, col tester ho provato la continuità dei cavi e ho scoperto che la polarità della spina originale da cui si prende la corrente e quella del ballast hanno i poli invertiti. E' quindi bastato invertire le spine (ruotandole) e forzare un po' per bypassare il blocco che dovrebbe impedire proprio di fare questo e magicamente il faro si è acceso. Se volete cimentarvi nel fai da te e non dovesse funzionare, prima di diventare scemi fate questa prova. Avendo messo il ballast vicino al faro non ho usato le prolunghe fornite col kit, quelle della bassa tensione. I cavi dell'alta tensione invece non si possono toccare, quindi gli ho fatto fare un giro lungo per farli rimanere nascosti dietro al faro. Rimetto la foto con una croce su che cosa non ho usato: Non ho trovato da nessuna parta indicazioni sul grado di tenuta all'acqua del ballast (IP ...) ma confido che abbia una buona tenuta, inoltre i cavi entrano dal basso, quindi l'acqua non dovrebbe risalire. Per maggiore sicurezza ho dato una stretta alle 4 viti del coperchio del ballast (viti Torx) che hanno fatto ancora un quarto di giro, sperando che sotto ci sia un o-ring o una guarnizione. Lo scatolino nero dove il cavo in alta tensione si sdoppia è immerso nella resina, quindi dovrebbe essere stagno. A lavoro finito devo confessare che il risultato è spettacolare, al confronto i fari alogeni della mia macchina sembrano gialli. Se ci aggiungiamo le posizioni a led e i faretti a led aggiuntivi (vedi topic specifico) sembra che arrivi un UFO. Il montaggio non è stato difficile, considerando che sono un bricoleur di quarta categoria e con un po' di attrezzi senza velleità professionali. Tuttavia ci vuole un po' di dimestichezza per non combinare disastri. Consiglio quindi a chi volesse far da sé di valutare obiettivamente le sue capacità e attrezzature. Considerando poi il prezzo del kit e il costo del montaggio (zero per la manodopera e un pezzo di alluminio per i materiali) rapportato al risultato spettacolare del faro bianchissimo devo dire che sono soldi ben spesi. Grazie a tutti per le dritte, le segnalazioni e i consigli =D> \:D/ =D> \:D/ . Appena posso allego foto notturna.
  18. Anche una bella spruzzata preventiva di WD 40 non sarebbe male.
  19. E' arrivato anche il mio kit, ma vedo con disappunto che lo scatolino lungo il filo in AT è molto vicino ai connettori, quindi salta il mio progetto di mettere la centralina dentro la presa d'aria. Qualcuno ha qualche idea di dove metterla senza usare le prolunghe, che lo stesso fornitore mi sconsiglia di usare? Io ho l'air-box al suo posto. E poi, da dove faccio uscire i fili?
  20. Hai provato a lavare i cilindri con petrolio bianco e pennello per vedere che cosa viene via? Di solito è efflorescenza che passa la vernice. Prima di fasciarmi la testa proverei con i rimedi della nonna.
  21. Durante il mini-corso/briefing Luca Pedersoli ci ha detto che le moto di oggi vanno talmente tanto bene che per girarci in pista è inutile pompare il motore. Conviene invece dedicarsi alla ciclistica con la giusta manutenzione (olio e revisione forcella/mono) e piuttosto spendere per gomme e kit sospensioni più performanti, il resto non serve a niente.
  22. Nei limiti del possibile resto nel legale: /50
  23. Volevo riassumere l'esperienza della prima volta in pista a favore di chi come me non l'ha mai fatto prima. In pratica racconto quello che abbiamo fatto nelle due ore e le sensazioni provate, che ovviamente sono le mie e del tutto personali. A Daniele e Beppe, se vorranno, il compito di riportare le loro. Chiedo venia agli esperti della pista per quelle che sembreranno delle banalità ai loro occhi, ma in tutte le cose c'è una prima volta e in genere non si scorda mai. Anche la prima volta che sono salito sugli sci o su una tavola da wind-surf mi sono sentito ugualmente scemo, ma poi si impara... Aggiungo un po' di informazioni a favore di chi vorrebbe fare la stessa esperienza ma si sente intimorito. Niente di impossibile, solo che bisogna avere, come in tutte le cose nuove, pazienza e coscienza dei propri limiti. Innanzitutto il perché di questa uscita: l'autodromo di Franciacorta organizza durante i week-end dei turni di prove libere della durata di 2 ore al prezzo di 100 euro (circa la metà della analoga tariffa dei turni standard), riservati ai neofiti della pista. Per neofiti si intende un po' di tutto e l'intenzione è quella di avvicinare alla pista chi sarebbe in soggezione e costituirebbe anche un pericolo se entrasse in pista insieme agli esperti. Durante questi turni, che si svolgono dalle ore 18 alle 20 solo in alcune giornate, sono presenti in pista tre istruttori della scuola diretta da Luca Pedersoli, pure lui presente nella corsia box, che promuovono la loro attività. I turni per neofiti sono riservati a max 43 partecipanti, limite di omologazione della pista, e bisogna prenotarli con largo anticipo. Veniamo alla cronaca. Alle 16:45, con un po' di ritardo sulla tabella di marcia, noi tre moschettieri ci ritroviamo al casello di Ospitaletto. Raggiunto l'autodromo, facciamo il pieno a tappo al distributore più vicino. Abbigliamento di rigore (obbligatorio): tuta in pelle con paraschiena, casco, stivali e guanti. Ci presentiamo all'autodromo, dove l'ingresso è libero e infatti troviamo un sacco di gente in gita per vedere chi se la spassa in pista. Sono in corso i turni delle prove libere standard e infatti ci sono un sacco di camper, carrelli e furgoni nel paddock. Veloce visita in segreteria per sbrigare le formalità burocratiche (liberatoria, ricevuta pagamento, ecc...), dove ci mettono al polso un braccialettino giallo tipo neonato, con su scritto "Prima Guida...". Pensiero "ci identificano subito come principianti, cominciamo bene... :oops: " poi però mi viene in mente che quello è il nome della società che organizza i turni in pista. Quindi pipì, sigaretta per chi fuma, acqua per reidratarci (complice lo scirocco comincia fare caldo anche se siamo solo al 10 maggio). Daniele e io ci chiediamo l'un l'altro con fare noncurante e tono di sufficienza "sei per caso nervoso?" ma alla fine ci confessiamo che siamo tesi come scolaretti all'esame di quinta elementare. Beppe dall'alto dei suoi due corsi di guida e precedenti esperienze su questa pista sembra più tranquillo del solito... Intanto arrivano Fausto (Anti) e signora, che staranno in tribuna fino al nostro rientro. Più tardi vedremo sulla tribuna anche Nicola (Quinza1670) ma se ne andrà prima del nostro rientro. Alle 17:30 inizia il briefing nell'aula dei corsi: Luca Pedersoli spiega le finalità di questo tipo di prove libere e ci illustra i significati delle bandiere. Poi passa velocemente a spiegarci i comportamenti di sicurezza da tenere per evitare pericoli o intralcio agli altri riders. Infine un brevissimo corso sulla posizione in sella, la pressione delle gomme, la frenata corretta, ecc.. il tutto tipo telegramma per invogliarci a tornare per un corso completo. Infine il direttore dell'organizzazione prende la parola per dirci di fare attenzione e non esagerare, visto che siamo alle prime armi e di non sognarci nemmeno di imitare "quelli là fuori" che nel frattempo sfrecciano rombando sotto le finestre della nostra aula piazzata sopra i box a bordo pista, ma che ha le veneziane abbassate quasi per aumentare l'alone di mistero su quello che sta succedendo appunto "là fuori"... Alla fine mi accorgo che ci sono anche delle girls, ma un po' perché qualcuna potrebbe essere mia figlia, e un po' perché l'ormone (giusto uno, quello è rimasto...) oggi è preso da altre cose, non ci faccio più di tanto caso. E finalmente si monta in moto. Entriamo ordinatamente in fila indiana nella corsia box, dove un addetto ci nastra gli specchietti (credo per evitare riflessi pericolosi per noi e gli altri, sembrerebbe. Anche se forse è per eventuali vetri in pista in caso di caduta. E perché allora al fanale no?). I primi dieci minuti sono riservati ai principianti assoluti, con un istruttore che fa da apripista. Per via dell'anzianità di servizio motociclistico, ma soprattutto per orgoglio, mi astengo dal presentarmi alla partenza e aspetto insieme al gruppone, scelta che al momento sembra azzeccata perché vedo che l'andatura dell'istruttore è veramente turistica (anche se col senno di poi forse era meglio andarci, almeno avrei visto da subito le traiettorie giuste). E finalmente ci siamo, la fila si mette in moto e iniziano le danze; primo giro pian pianino per scaldare le gomme e poi via col gas. Tutta la colonna, siamo ancora in fila indiana, ci dà dentro alla grande e il gruppo si sgrana. Beppe inizia a prendermi qualche metro e io supero Daniele e lo distacco, piccola rivincita su misterMuscolo, che poi si rifarà però alla grande con gli interessi. Nei primi giri succede di tutto, dimentico tutto quello che so fare in moto e anche i consigli di Luca Pedersoli; insomma, è un casino. Adesso non starò qui a fare il macho a tutti i costi quindi confesso che dopo meno di 10 minuti alzo il braccio e rientro ai box, gli avambracci mi fanno un male cane e ho paura di stendermi da pirla. Evidentemente faccio qualche cosa di sbagliato. Rinfrescata la mente e il corpo faccio qualche considerazione: - in pista evidentemente non si guida come in strada; - qui tutto succede in fretta e tutto viene sollecitato all'estremo, pilota compreso; - è inutile tirare il collo alla moto, tanto quello che conta sono le curve ben fatte, il resto vien da se, quindi la priorità è studiare le giuste traiettorie, il tempo sul giro non interessa. Quindi inutile tirare le marce al limitatore. Intanto Daniele e Beppe passando sul rettilineo a manetta fanno tremare la palazzina dei box. L'unico rombo paragonabile è quello di un Monster con le Termignoni senza db-killer, ma è solo un tentativo di imitazione. Mi rimetto in pista e ricomincio a tirare, cambiando però ben sotto i 5.000 giri. In fondo al rettilineo arrivo ai 180 km/h (le 4 cilindri jap con tanta cavalleria superano i 200) e mi prendo il lusso di staccare ben oltre il cartello dei 150 metri, cosa che non tutti fanno. Segue una bella piega a destra, raccordino, altra curva a destra, tratto guidato e via di coppia. Poi ecco lo strano curvone lungo lungo da raccordare con cambio marcia 2a/3a in piega e staccata finale a moto inclinata, tutte cose da ragionare con calma quando hai oltre 250 chili tra le gambe. E fin qui tutto è gestibile, salvo le mie personali bestie nere di questo circuito: una curva a destra che in uscita mi fa pelare il cordolo (oddio, non ci stò dentro.... :shock: ) e il rampino finale che si avvita e che immette nel rettilineo di arrivo (porca vacca, perché non riesco a chiudere e arrivo in ritardo al cambio di direzione? ](*,) ). Vedo sventolare le bandiere gialle: una moto si è sdraiata alla curva dove rischio regolarmente di uscire, ma pilota e moto sembrano ok mentre i commissari li portano verso le barriere fuori traiettoria. Dopo qualche giro sono più tranquillo ma mi rendo che il sudore mi cola in bocca perché sento il sapore salato, forse è il caso di riposarsi. Ai box mi rendo conto che sono praticamente a mollo dentro la tuta, come se avessi fatto i giri di pista in bicicletta. Ammazza che fatica. Evidentemente così non va bene, va bene essere giù di forma fisica, ma bisogna riuscire a guidare senza massacrarsi i muscoli. Do un'occhiata alle gomme e noto la quantità di riccioli di gomma tirata su dall'asfalto, molto scenografico! Però non sono contento di come sta andando perché so che potrei fare di meglio, quindi approfitto dei due istruttori fermi ai box. Al momento sono intenti a "istruire" una morettina in tuta di pelle con la cerniera tirata giù, con sotto un toppino nero sapientemente slacciato per far entrare l'aria fresca e gli sguardi dei riders e chiedo chi dei due è disposto, certamente a malincuore, a farmi da apripista per le giuste traiettorie. Ricevo all'istante un micro corso e per due giri l'istruttore mi precede su un'Hornet. Seguendolo i risultati sulla mia andatura già si vedono, poi tocca a me stare davanti per un paio di giri e infine altri due giri con lui davanti che si sbraccia per mostrarmi come fare e dove mettere le ruote. I risultati sono strabilianti: altri millimteri di spalla della gomma dietro messi a terra e curve raccordate come si deve. Anche Fausto alla fine dirà che la differenza si vedeva anche dalle tribune, grande! In pratica mettendo le ruote dove le mette l'istruttore la velocità aumenta e di conseguenza l'angolo di piega, la guida è più fluida e mi sembra anche che la tensione di braccia e spalle pian pianino si sciolga, che bello! Insiste molto anche sulla mia posizione in sella. Sono convinto di sporgermi all'interno abbastanza e di spostare il sedere il giusto ma lui mi invita perentoriamente ad esagerare. Dopo un po' mi ritrovo in una posizione per me assurda, ma che a quanto pare è quella corretta per la pista. In pratica sono tutto fuori, a fianco della moto, e quello che mi impedisce di cadere non è il piede sulla pedana interna, ma il ginocchio esterno alla curva che è appoggiato, o sarebbe meglio dire agganciato, al serbatoio. Questo comporta che nei cambi di direzione non posso scivolare sulla sella ma devo saltare da una parte all'altra. Che fatica....! Alla fine rientro ai box tutto contento. Dopo un po' si fermano anche Beppe e Daniele, che per un po' hanno girato insieme. Beppe ha tutto in ebollizione, i dischi Braking sono perfino bruniti dalla scaldata che hanno preso ed è entrato in riserva dopo 120 km di pista. Manca ancora un po' alla fine del turno quindi ci facciamo ancora qualche giro, durante i quali Daniele a sorpresa mi infila nel curvone strano passando tra me e il cordolo, con mossa da MotoGP. Complimentazzi, ne ha presa di confidenza con la pista ;-) !!! Quasi quasi lo perdono che mi chiama "zio Gianni"... Alla fine delle due ore ci ritroviamo a commentare la bellissima esperienza passata e a bere per reidratarci (Gatorade d'obbligo). Visto il buio incipiente ci rimettiamo presto in strada e poi tutti a casa. Alla fine della giornata me ne vado a nanna col sorriso sulle labbra ma col tarlo che mi rode dentro: "la prossima volta faccio così... poi faccio cosà... poi devo fare meglio quella curva.. ecc...". Avrò mica preso un virus?!?! Alcune considerazioni finali: - su strada e su pista si guida in maniera completamente diversa, infatti anche se hai tanta esperienza di guida su strada al primo approccio può capitarti come a me che mi sono sentito un po' idiota. Anche la posizione sulla sella che andrebbe tenuta in pista su strada è improponibile, mentre su pista una postura più turistica sarà meno redditizia ma almeno non è pericolosa, l'inverso invece non va bene. - se la caduta che ho visto fosse capitata su strada le conseguenze sarebbero state disastrose, quindi correre troppo su strada è da incoscienti assoluti; - in pista tutto viene sollecitato all'estremo e per questo ci vuole anche una discreta forma fisica, non tanto per la fatica, quanto per le conseguenze dell'affaticamento che possono essere un fattore di rischio, quindi meglio non esagerare; - con l'MT non si può affrontare la pista come con le altre moto che giravano quel giorno; me ne sono reso conto dal fatto che non riuscivo a chiudere le traiettorie come avrei voluto e solo dopo ho riletto il report di Pitbull (che è un esperto di pista) su Silverstone dove racconta dell'esperienza al riguardo; - per un paio di volte sono strato infilato da una biondina in tuta rossa sulla sua Monster: in tanti mi hanno superato ma questa mi rodeva un po' :mrgreen: :evil: #-o . Esperienza certamente da rifare, sia con l'MT che con una moto un po' più reattiva; quello che conta su una pista come questa non sono i cavalli ma, appunto, la reattività della moto. Sulla bontà della ciclistica della nostra moto non si discute, ma peso e geometrie non aiutano di certo. Considerando poi che sono tra i veterani del Club e che sono nel gruppetto degli Over sia come età che come stazza non mi posso lamentare se ho fatto poco più della metà dei giri di Daniele e Beppe. Ma non è detta l'ultima parola.... Ragazzi, a quando la prossima ????????? Questa è la planimetria del circuito di ca. 2.500 metri, dove si gira in senso orario: Queste le mie gomme (mancano ca. 5 mm al bordo esterno): Tra tutti i lilmati su Youtube di Franciacorta ho trovato questo dove si vede bene lo sviluppo del circuito: Qui invece trovate il topic di Pitbull con i suoi commenti sull'orco a Silverstone: viewtopic.php?f=56&t=1094&st=0&sk=t&sd=a&hilit=silverstone
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