Qualche giorno fa stavo parlando con un mio collega che ha una bambina piccola.
Pensando ai giovani di oggi, alla generazione face down, gli ho detto:
"Quando tua figlia avrà quattordici anni, comprale il motorino. Vedo in giro un sacco di ragazzini che non si parlano nemmeno, sempre con lo sguardo sul telefonino e con il dito sullo schermo. Certo, col motorino rischia di cadere ma almeno il motorino è uno strumento di socializzazione mentre lo smartphone ti va vivere in un mondo virtuale".
Stamattina ero al distributore di benzina. C'era una copia di In Moto, neanche troppo recente. Lo apro alla pagina dell'editoriale. Eccolo:
Insomma, c'è ancora una speranza.
L'estate scorsa, alla fine della scuola, ho visto un gruppo di ragazzini che stavano parcheggiando i loro motorini.
Uno di loro, nel tentativo di fermarsi, ha bloccato l'anteriore ed è caduto.
Mi ha fatto sorridere. Ma non per la caduta. Ho sorriso perché ho pensato: un giorno, tra venti o trent'anni, ripenserà a quando, in quel pomeriggio dell'ultimo giorno di scuola, è caduto ed i suoi amici si sono fatti due risate alle sue spalle. E magari, allora, ne riderà anche lui.