Domenica ero a fare un giro in moto direzione Fadalto nel Bellunese con il mio amico Gianni. Di lì a 2 orette ci saremmo dovuti trovare a mangiare al lago di Barcis con altri amici biker. Più o meno all'altezza di Pieve di Soligo, dagli specchietti scorgo una moto dietro a quella di Gianni che viaggiava in solitaria. Di solito, chi viaggia in solitaria, tende a sorpassare, e così mi aspettavo che di li a poco avrebbe sorpassato per fare la sua strada. Non stavo andando forte, e nemmeno piano, avevo quella andatura allegra, che ti permette di spiegazzare felicemente e goderti nel contempo il panorama. Forse per questo, guardando nuovamente gli specchietti, scorgo ancora la sagoma del ragazzo che procedeva in fila.
È stato istintivo: ho fatto cenno a Gianni di sorpassarmi, poi ho rallentato un pelo tenendomi sulla destra della strada, ho aperto la visiera e mi sono girato guardando l'hornettista facendogli segno di avvicinarsi. Non aveva una meta vera e propria, mi disse, stava girando e voleva andare direzione Longarone, comunque tappa del nostro tragitto. Gli ho chiesto se volesse unirsi a noi, ed ha accettato volentieri! Du lì a poco ci siamo trovati a pranzo a Barcis in una decina, tutti biker con la voglia di ridere e scherzare, macinare kilometri in compagnia e apprezzare il gusto di farlo insieme.
Riccardo, questo il nome del nuovo arrivato nel gruppo, ancora mi ringrazia e si stupisce di come lo abbia invitato a unirsi, ma per me è stato naturale, come quando a 14 anni con i 50ini ci si ritrovava a girare per i colli e le strade sperdute alla ricerca di un pomeriggio di avventura.
Spero che i giovani di oggi non si privino di queste emozioni, sarebbe veramente un peccato...