Ciao a tutti, sono entrato anche io nel gruppo dei fortunati possessori di MT07 elaborate da Giotek. Sono venuto a conoscenza di Giorgio e delle sue modifiche dalle pagine di questo forum, che seguo con costanza seppur senza scrivere.
Ma torniamo a noi. Qualche settimana fa chiamo Giorgio per prendere appuntamento per la mia MT07 2016 e fissiamo l’incontro per ieri, 5 Maggio. Parto dalla mia Romagna e arrivo in Toscana scalando il passo del Muraglione, con temperature basse e asfalto bagnato dalla pioggia della sera prima. Verso le 10 arrivo nel luogo di incontro riferitomi da Giorgio. Uno squillo al suo cellulare ed eccolo pronto a ricevermi presso la sua officina/laboratorio. Non posso far altro che confermare quanto detto da tutti voi che siete già passati prima di me, riguardo alla cordialità e disponibilità di Giorgio. Persona davvero gentile, ma soprattutto preparata, appassionata e competente. Ogni dettaglio, attrezzo, elemento etc. della sua officina fa capire che da anni fa questo mestiere, che conosce tutti i procedimenti di smontaggio/montaggio, ha una soluzione e un trucco per tutto. In poche parole un artigiano davvero competente.
Mi spiega cosa andrà a fare: modifica del mono, modificando il pistone della mia moto ma utilizzando un cilindro precedentemente modificato (con valvola conica per caricare l’azoto ad alta pressione) e un nuovo stelo con il famoso piedino distanziatore. Per poi passare alle forcelle, modificando l’idraulica in estensione e compressione e variando il livello e la tipologia dell’olio.
Ma andiamo per gradi, partendo dal mono. Dopo aver messo in sicurezza la moto sollevandola e scaricando la ruota posteriore, passa a smontare l’ammortizzatore. Lo smonta nei suoi componenti andando ad eliminare la ribattitura che blocca il dado che ferma i vari elementi e lamelle sullo stelo (che ricordo essere quello modificato in precedenza con il piedino più alto). Ricompone il tutto andando a modificare il pacco lamellare inserendo nuove lamelle di diametro diverso ed inferiore a quelle esistenti, creando così il pacco piramidale. Rimonta il tutto con nuovo olio e caricando l’ammortizzatore ad una pressione ben più alta di quella iniziale. Il tutto viene messo sulla mia moto.
Facciamo una prima prova di come si comporta la moto: più sostenuta, accompagna le “culate” smorzandole con progressione così come il ritorno a riposo. Mi spiega che il mono così modificato va a variare la risposta della sospensione, ovvero più “leggero” nella prima parte di corsa e più sostenuto man mano che la sollecitazione Incrementa. Chiedo qualche spiegazione sul “piedino” e su quello che mi devo aspettare. Sintetizza in 3 cose: nuovo link della sospensione (ovvero quanto appena detto), aumento dell’altezza del posteriore della moto con conseguente variazione dell’assetto della moto, ora più carica sull’anteriore e solida/precisa in piega, e infine la possibilità di avere un minimo di sag negativo (cosa che durante il ritorno a casa avrò modo di constatare).
Si passa ora alle forcelle. Smonta tutto l’avantreno per liberare i due steli. Fa delle prove di affondamento, segnando le varie misure e spiegandomi che la forcella anche a “a mano” arriva a battuta sul tampone di fine corsa, il che significa che nelle staccate forti la forcella è a pacco e nel caso che ci fosse una buca in traiettoria, il colpo non sarebbe più assorbito da niente, se non dal pneumatico con relativi rischi di caduta.
Va a modificare tutta l’idraulica del sistema, flauti e olio. Mi spiega che i fori dei flauti, sia quelli di compressione che quelli di estensioni, sono di diametro troppo grande, non andando così a generare una sufficiente resistenza al passaggio dell’olio, per questo la forcella è così sfrenata in entrambi le fasi. Per rimediare, va ad installare dei regolatori di flusso da lui realizzati al tornio (questo per la compressione) e va a chiudere i fori di estensione saldandoli al castolin e creandone dei nuovi di diametro ben più piccolo. In questa maniera la forcella avrà un vero effetto idraulico, cosa che prima non accadeva. Per finire rimonta il tutto andando a cambiare olio e aumentandone il livello. Rifà le prove di affondamento manuale e mi mostra come ora siamo ben lontani dal fine corsa. Installa poi il tutto sulla mia motina.
Siamo pronti per il “giro del *****”. Avanti indietro per la via prendendo buche, tombini, passaggi ferroviari e frenando con decisione, anche in piega. Ora la moto risponde alle asperità della strada, copre gli avvallamenti, non è più secca e ruvida. Ma soprattutto non scalcia via il pilota. Le frenate sono più controllate, la forcella non affonda completamente al primo accenno di pinzata, ma è sostenuta e non si perde l’assetto appena si chiude il gas.
Torno in officina, gli racconto le mie impressioni, soddisfatto. Scambiamo due parole, ci salutiamo e appena pronto riparto direzione Romagna. Il navigatore mi “regala” un bel giro per le strade cittadine di Firenze, dove ho modo di rendermi ancora più conto delle prime sensazioni. Buche e tombini non sono più un problema, le frenate brusche per i cambi di direzioni delle auto davanti non sono più fonte di spaventi e rischi. Ma quando arrivo alla salita del passo del Muraglione (lato toscano) comincia la vera prova del 9. Si scala qualche marcia e inizio a macinare curva dopo curva, con ritmo sempre più serrato, cercando di decifrare il nuovo comportamento della moto. Scopro che la moto non è stata stravolta, o meglio, snaturata. Non fraintendete queste parole, il lavoro ha dato dei risultati pazzeschi, in ogni frangente, e sono risultati che si percepiscono immediatamente, alla prima salita in sella e alla prima curva anche a bassa velocità. Ma le caratteristiche di vivacità, agilità e reattività della MT07 sono ancora tutte presenti, anzi, enfatizzate al massimo, ma sono soprattutto condite con sensazioni di solidità, precisione ed efficacia, ovvero sicurezza e confidenza. La moto ora non è solo divertentissima da guidare, ma la oserei dire “matura”.
Quello che avvertivo con la moto di serie era un senso di instabilità a centro curva, in percorrenza. Non si poteva chiudere la traiettoria se la curva lo richiedeva. Ora invece è stabile in percorrenza e puoi buttarla giù a piacimento se vuoi stringere la traiettoria per prendere la corda. Credo sia per questo che già alcuni id voi hanno scritto che si “piega” di più. Questa solidità e precisione si traduce in cambi di direzione rapidi ed emozionanti, destra sinistra rapidi e divertenti. La forcella ti dice che l’anteriore c’è ed è piantato a terra, l’asfalto non fa paura e così l’ingresso in curva è più veloce e “solido”. Frenare in piega ora si può (nel limite del possibile). Staccare forte idem, non si va lunghi. Solo l’ABS forse ora si dimostra un po invasivo. E poi il posteriore. Adesso ci siamo. Oltre al fatto che non scalcia più sugli avvallamenti e non ti catapulta via, con il lavoro di Giorgio è davvero solido. Puoi aprire il gas in uscita della curva o del tornante e la moto non si siede. Scarica la potenza a terra e non si scompone alleggerendo eccessivamente l’anteriore. Ma la cosa che più mi ha impressionato è come riesce a coprire l’andamento dell’asfalto. Le ondulazioni non ti fanno perdere grip/controllo/spinta/padronanza. Una cosa che la moto di serie trasmetteva era quella sensazione di sollevarsi da terra perdendo spinta una volta presa una cunetta. Ora invece la ruota è sempre ben in contato con la strada, spinge sempre. E questo io personalmente (e Giorgio mi correggerà se sbaglio) lo imputo al sag negativo che la sospensione ora offre.
Ho macinato le curve del Muraglione e del passo cento forche per poi ridurmi a casa davvero soddisfatto. Ottimo lavoro, davvero soldi ben spesi. E sono onorato di aver visto Giorgio al lavoro, facendomi spiegare il funzionamento delle sospensioni e dei relativi componenti. Un artigiano davvero maestro del suo mestiere. Credo che la moto ora sia davvero perfetta, perfetta per il tipo di moto per cui è nata. Equilibrata e matura. Non dico che ora è una super sportiva o una touring, è semplicemente una naked con un gran motore e con una ciclistica che diverte.
Giorgio, davvero, grazie mille!
(se ho scritto qualche inesattezza tecnica, correggetemi pure)