Ci sono giorni in cui tutto funziona perfettamente. La temperatura dell’aria e dell’asfalto, la luce, la moto, l’equipaggiamento, tutto concorre a farti sentire bene. La strada è liscia, senza tombini e pulita. I soci di “giro” sono i tuoi vecchi amici, che frenano quando freni tu e accelerano quando acceleri tu. E allora ti godi tutto: due dita sul freno e senti nei palmi delle mani l’anteriore che si aggrappa all’asfalto mentre inserisci la moto nella curva; sposti una mezza chiappa fuori dalla sella per favorire la percorrenza; il posteriore va in appoggio e la moto raggiunge il punto di corda, mentre riapri il gas e il pompone ti proietta, potente e fluido, nel rettilineo successivo, fino alla prossima curva, in un ritmo serrato ed esaltante. La colonna sonora è la più bella del mondo: il kodo, il rumore del bicilindrico, basso, maschio, brutale… Ti senti vivo e libero mentre pregusti la birra che berrai in cima al Passo, guardando la tua moto splendente sotto il sole, sullo sfondo di qualche bella montagna.
Ecco perché.